Avevano visto bene alcuni veterinari di Pistoia quando hanno denunciato i loro sospetti rispetto alla provenienza di alcuni cani. E' stato fermato a Pistoia un traffico di cuccioli provenienti dall'Europa dell'est e gestito da una coppia: lui un pistoiese, lei invece straniera (originaria di un Paese dell'Est). Diciassette i cuccioli sequestrati. Sono di varie razze, fra le quali carlino, bulldog inglese, labrador, chihuahua e bassotto. Gli animali si trovano ora in affido al canile cittadino.
L'operazione è il risultato del lavoro congiunto di polizia provinciale, Corpo forestale di Pistoia e del servizio veterinario Usl3. Le indagini, che sono andate avanti per diversi mesi, erano partite anche a seguito di diverse segnalazioni arrivate da veterinari, associazioni e semplici cittadini, che riferivano, si spiega in una nota, di "un fiorente commercio" di cuccioli "di dubbia provenienza", portato avanti anche attraverso internet.
Il tutto si svolgeva in alcuni locali, alla periferia della città, che la coppia pubblicizzava come un allevamento: a carico dei due saranno ora emesse sanzioni amministrative per alcune migliaia di euro. Inoltre la loro attività è stata segnalata alla guardia di finanza per le eventuali violazioni in materia fiscale.
L'intervento è scattato in seguito al controllo di una persona che aveva appena acquistato un cucciolo: è stata effettuata la verifica degli animali tenuti nei locali, da cui è emersa la loro illecita provenienza e la mancanza delle dovute vaccinazioni. I cuccioli attualmente custoditi nel canile sanitario di Pistoia saranno ora sottoposti dal personale dell'Usl alla profilassi prevista. Alla stessa prevenzione, si spiega nella nota, verranno sottoposti altri cuccioli appena venduti in varie parti d'Italia, dei quali sono stati acquisiti i documenti di vendita.
I rappresentanti della polizia provinciale, della Provincia, del Corpo forestale e del servizio veterinario Usl 3 hanno colto l'occasione per ricordare ai cittadini di porre sempre la "massima attenzione" sulle modalità di acquisto dei cuccioli, sottolineando anche che, in casi come questo, spesso "i cuccioli arrivati a destinazione sono dei 'sopravvissuti' a trasporti che, soprattutto nella fase svolta al di fuori dei confini nazionali, risultano causa di morte della maggior parte di loro".